Progetto Saramago

Allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre le persone smettono di morire…

Da “Le intermittenze della morte” di Josè Saramago, una scrittura drammaturgica collettiva realizzata per il terzo anno del corso Autore Teatrale della Civica Scuola d’Arte Drammatica “P. Grassi” di Milano.

“Le intermittenze della morte” è un romanzo basato sulla sospensione dell’incredulità; e partire da un’ipotesi assurda, paradossale e portarla alle estreme conseguenze, è sicuramente un buon metodo per studiare i comportamenti umani.

Annalisa Bianco è il trait d’union tra una prima fase del progetto, quello della scrittura drammaturgica collettiva del testo a opera degli studenti del terzo anno del corso per Autore Teatrale della Scuola civica d’Arte Drammatica “P. Grassi” di Milano (gennaio/febbraio 2017), e una seconda: la realizzazione dello spettacolo.
La “scrittura su commissione” , in vista della messa in scena , ha creato un interessante clima di collaborazione tra la Scuola e il Teatro:

Alcune indicazioni, come ad esempio il numero dei personaggi, sono arrivate agli studenti dall’esterno e sono state rispettate. E questa indicazione, a prima vista restrittiva, è stata un ottimo stimolo alla concretezza della scrittura. Altra opportunità di concretezza è offerta dal fatto che il lavoro dei drammaturghi sia condotto dal regista che si occuperà della messa inscena.
Si è trattato di una creazione collettiva, impresa faticosissima ma assai più ricca di una creazione individuale. Tenendo conto del fatto che forse la riflessione su,  “a partire da”, la morte, non può che essere atto collettivo.
La messa in scena è l’occasione dell’incontro tra il lavoro dei giovani drammaturghi, una  compagnia di professionisti e infine il pubblico, banco di prova delle idee elaborate e delle strategie applicate.”

Tutto questo va nella direzione di una matura consapevolezza del fatto che IL TEATRO È ARTE COLLETTIVA E CONDIVISA e che, senza le singole competenze, le diverse visioni estetiche, le diverse anime di chi partecipa alla creazione teatrale, NON SI DÀ PIENAMENTE MAI.