Inesistenti-loc

RSA Villa Chigi

Il senso di esclusione, inutilità e fine-vita che la residenza per anziani naturalmente genera nei suoi ospiti, possono essere superati da un’attività che li faccia sentire ancora protagonisti nonché detentori di un patrimonio necessario alla comunità.

Anche in questo caso il laboratorio si propone come stimolo a livello ludico affettivo ed  emotivo, ma i consueti percorsi laboratoriali hanno questa volta una finalità specifica.
Il laboratorio si inserisce infatti nel più ampio e ambizioso progetto d’area dei Comuni del Chianti (senese e fiorentino) “CHI NON E’ DEL CHIANTI…”, che sinteticamente si propone di:

  • – Utilizzare la memoria e il racconto di sé per riflettere sulle trasformazioni del territorio e immaginare insieme nuovi percorsi comuni di convivenza di costruzione del presente
  • -mostrare come il territorio sia il risultato della stratificazione delle memorie delle persone che ci abitano e che ci transitano e che, di conseguenza, non si può pensare ad una autenticità di lunga data, a una identità chiantigiana fissa e già data, ma bisogna pensare questi aspetti come il risultato dell’incontro tra diverse soggettività che mettono in gioco il loro senso di appartenenza ed il loro modo i esperire i luoghi vissuti.
  • – favorire il dialogo tra una comunità che si pensa e si costruisce insieme e lo fa principalmente attraverso il racconto di sé e degli altri: ricordando il proprio passato, spesso invitandolo per adeguarlo al presente. Questo significa mettere insieme persone che si confrontano, discutono, evidenziano frizioni e lo fanno per cercare di costruire un percorso comune, sviluppando quel senso di cittadinanza dove a tutti è concesso di transitare i territori e lasciare la loro impronta, che in futuro servirà ad aggiungere quei tasselli che formano le identità collettive
  • – mettere a confronto le nuove generazioni di abitanti del territorio chiantigiano vuole dire cercare di combattere l’essenzialismo (che spesso sfocia nel razzismo) dilagante degli ultimi anni ed invitare i giovani a pensarsi in un percorso comune
  • – decostruire gli stereotipi. In un territorio caratterizzato da forti flussi migratori è oggi sempre più importante trovare spazi di riflessione comune che superino la dicotomia noi/loro fondata su identità statica, immaginando un percorso dove le identità si mettono in gioco riconoscendosi come spurie, mai date una volta per tutte.

In questo senso lo storytelling e la rappresentazione teatrale sono un modello educativo che permette di coinvolgere anche le persone che non partecipano direttamente, spesso “costringendo” i genitori a imparare dai figli nuovi modi di pensare se stessi e il territorio.