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A che punto è la notte?
riflessioni generali sulla situazione contingente
Le scelte artistiche e produttive della compagnia EGUMTEATRO in questi ultimi anni sono state fatte a partire da alcune riflessioni fondamentali sullo stato reale delle cose.

L’attività teatrale di produzione e circuitazione tradizionale è sempre più difficile a causa principalmente della riduzione di risorse. Anche in una Regione, la Toscana, da sempre virtuosa e portata a investire nel settore della cultura e dello spettacolo dal vivo, si vedono ormai le difficoltà diffuse.
La considerazione di uno stato realmente difficile e tendenzialmente in peggioramento, potrebbe però offrire lo spunto per alcune buone riflessioni. Forse quel cambiamento che sul piano culturale (e del settore nello specifico) ci si augura da anni e  per il quale si è sprecata anche tanta retorica, forse può avvenire proprio adesso. Adesso che alcune forme tra le più consolidate sembrano non funzionare più, forse è veramente il momento di proporre nuove strategie.

Egumteatro ha scelto di centrare il fuoco ancora più di prima sul territorio e sul sociale:

– come occasione per rendere la riflessione concreta
– come possibilità di rispondere a esigenze che si conoscono
– come opportunità per stimolare all'”uso” degli spazi teatrali locali sempre più in difficoltà
– come possibilità di dare un contributo alle politiche culturali di territori in rapidissimo e radicale cambiamento

L’attività di teatro sociale con case-famiglia e centri diurni del senese, così come il rapporto con le scuole (dalla scuola Primaria alle scuole Secondarie di Primo e Secondo Grado) e ora il  nuovo progetto con l’Università degli Studi di Siena, sostenuto dal Comune di Siena e da Fondazione Toscana Spettacolo, sono state e sono continuo stimolo per queste “buone riflessioni”.

Concretamente: l’anima, le linee guida dell’attività sono diventate proprio quelle istanze di rapporto diretto con un territorio che significa prima di tutto conoscenza di un pubblico, senza per questo rinchiudersi in una marginalità autoreferenziale, o localistica, bensì proponendo un modello di attività che, con basi solide, si rivolge a un pubblico potenzialmente sempre più ampio interpretandone le nuove esigenze.
In tal senso continuano e si rafforzano le collaborazioni produttive con soggetti di livello regionale, nazionale e internazionale, vecchi e nuovi.
Ma il nostro territorio è  il laboratorio dove “mettere a coltura” i bacilli di nuove e auspicabili epidemie.